Sentirsi fratelli nella sofferenza. Riflessioni di Fabio Rubini


So che non e' abbastanza quello che sto facendo qui in Perù, so che non puo' essere un "grazie" a mostrare tutta la gratitudine che nutro nei confronti della mia scuola e del Nunzio Apostolico Mons. Nicola Girasoli che hannno reso possibile questa mia straordinaria esperienza di vita. 
Sento di condividere alcuni miei pensieri mentre rifletto sul senso della vita, sui sogni, anche quelli infranti, sul dolore e la felicita', sulla speranza.
Oggi sento il bisogno di parlare di una persona che ho conosciuto presso il centro delle Missionarie della Carita' di Madre Teresa di Lima, una persona che ha lasciato in me un segno indelebile, che ha saputo farmi comprendere quanto sia devastante il dolore che lentamente imprigiona e al tempo stesso quanto sia "bello" sentirsi fratelli nella soffrenza. Dolore, disperazione, paura, fatica, amore, speranza sono i sentimenti che riconosco incrociando lo sguardo di Michelle che continua a non perdere la speranza di poter un giorno riabbracciare suo figlio che ormai da anni, per motivi burocratici, non puo' vedere. Michelle, una sorgente d'amore fluttuante, una linfa vitale per i miei pensieri che si soffermano sulla sua vita. Restiamo spesso comodi sulle poltrone di casa, sereni e tranquilli, se non si tratta di  figli nostri. Al contrario urleremmo a squarciagola per chiedere aiuto e crolleremmo, come Michelle, in un fiume di lacrime, se quei figli fossero i nostri. Quanto sarebbe bello se tutti ci ricordassimo che in fondo siamo fratelli, figli della stessa umanità e della stessa storia. Qui oggi tra le mura spoglie e prive di colore del centro di Madre Teresa ho compreso quanto sia bello lasciarsi scomodare dal prossimo. Ripenso alle parole di Don Tonino Bello quando diceva: "Non ci fidiamo più dell'altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto e' diventato organico nei rapporti interpersonali. Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti". 


Non dobbiamo smettere mai di elargire amore.

Fabio Rubini IV ASU

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