Matilde e Martina raccontano la loro esperienza di volontariato

Hogar San Camillo e' un centro che accoglie malati di AIDS, donne e uomini di ogni eta' in stato di estrema poverta'. E' un ospedale ma al tempo stesso una casa in cui il malato puo' sentirsi amato e parte integrante di una grande famiglia. La missione del centro e' quella di sviluppare un modello di assistenza familiare completa per le persone e le famiglie che vivono con l'HIV/AIDS, fornendo servizi sanitari, medici, nutrizionali, sociali, psicologici, infermieristici e di ascolto.
Un aspetto importante della nostra esperienza di volontariato e' il fatto che ogni giorno incontriamo realta' differenti, ad esempio bambini o donne incinte che si recano all'Hogar per svolgere il proprio programma.
Ognuna di queste realta' rappresenta un universo di problemi a cui l'ospedale, attraverso medici, infermieri e volontari cerca di dare sollievo. L'Hogar organizza periodicamente anche "ritiri" per i partecipanti ai programmi, come momenti di riflessione e di condivisione delle esperienze di vita per le mamme e donne incinte o attivita' di gioco per i piu' piccoli.





Ogni giorno incrociamo volti stanchi, occhi profondi e cuoriosi che ci fanno sentire puntualmente disarmate. Al primo incontro con i bambini di 2/3 anni e le loro mamme, ci aspettavamo una certa diffidenza e distanza nel rapportarsi a noi e invece abbiamo ricevuto sorrisi accoglienti e rassicuranti che ci hanno fatto sentire presto parte di questa grande famiglia.



Ci cimentiamo con tutti i tipi di mansione, dallo smistare i vestiti e materiale vario donati periodicamente al centro, al prestare aiuto in cucina, giocare con i bambini o partecipare alle visite a domicilio programmate presso le abitazioni dei pazienti con HIV/AIDS insieme ad una squadra composta da uno psicologo, un consulente, un'infermiera, un nutrizionista e un religioso al fine di promuovere la cultura umanitaria all'interno del sistema familiare.





Un'esperienza straordinaria e' stato l'incontro con giovani donne incinte, malate di AIDS che hanno condiviso con noi le loro storie, tristi esperienze di vita, cariche pero' ancora di sogni e di speranze. Non dimenticheremo piu' Arianna (nome inventato per privacy), umiliata e cacciata via di casa perche' malata di AIDS. Non dimenticheremo piu' la sua forza, il suo coraggio e le sue parole di risposta alla nostra domanda: "Qual e' il tuo sogno piu' grande"? "Vivere almeno per altri 5 anni per veder crescere i miei 3 figli e dare loro lo stretto necessario per la vita". Sogna di vivere 5 anni ancora, Arianna, anche per aiutare altre giovani donne malate.
Ci hanno raccontato piu' volte che il Peru' e' ricco di queste realta' dure e tristi e che l'opera dei volontari e' fondamentale per il sostegno alle vite piu' bisognose. Noi questo lo stiamo sperimentando concretamente e restiamo commosse quando ci sentiamo ripetere "grazie di esistere".
Siamo noi invece che ringraziamo loro e al tempo stesso Deborah, dolcissima volontaria, padre Alex e la sig.ra Carol per averci aperto le porte di questa meravigliosa realta' che e' Hogar San Camilo.


Lima, 15 agosto 2018
Matilde e Martina

Commenti

  1. Grazie a voi perché con questi racconti ci rendete partecipi della vostra esperienza arricchendo anche il nostro sapere, ma il grazie più grande è quello per l'orgoglio di essere i vostri genitori. Ovviamente un grazie grande va anche a chi ha permesso che questo sogno prendesse vita (preside, docenti, mons., ecc.)

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